Prado a fine maggio, e la neve non è ancora finita

(Pubblicato il: 13/02/2019)

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Data escursione: 26/05/2021

Percorso: Risalita del Canal Secco, discesa della "Clessidra" sul versante emiliano e ritorno.

Difficoltà: MS - medio sciatore

Località di partenza: Tornante a quota 1600 m. strada rif. Prado.

Distanza totale percorsa km: 6 km

Quota di partenza m: 1600 m

Quota di arrivo m: 2050 m

Relazione Gita

Ieri, 26 maggio: gita sul Prado. Partecipanti: io, Massimiliano e Mirco.
Dopo esserci ritrovati alle 9:15 nella piazzetta di Metello, siamo partiti alla volta delle Valli Calde su auto distinte, per motivi pratici e nel rispetto dei dettami anti-covid. Mirco davanti, con la sua panda gialla normodotata, ed io e Massimiliano su Panda verde 4x4.
Poco distante dalla piazzetta, inizia la via sterrata per il rifugio Prado (privato) che ci avrebbe portato a destinazione. Questa strada è percorribile solo a primavera, quando non è più coperta dalla neve. Ci è apparsa un po’ malmessa, stretta, a tratti con sassi sporgenti, in diversi punti con fango e rivoli d’acqua. C’è stato da fare anche un guado. Ad ogni modo niente ci ha fermato.
Il nostro obiettivo era raggiungere il Canal Secco e risalirlo con gli sci, perché lì la neve si conserva a lungo.
Abbiamo quindi parcheggiato le auto su un tornante sovrastante il canale, a quota 1600 metri. Da lì non è possibile scendere direttamente al suo interno. Abbiamo allora risalito il bosco a destra della strada, continuando finché non è apparsa alla nostra destra, più in basso, la striscia di neve del canale che via via si inerpicava. Lo abbiamo raggiunto spostandoci in orizzontale lungo un percorso abbastanza aereo e pioneristico (classica ravanata focolaccina).
Abbiamo risalito il canale, sci ai piedi, sotto un sole da maniche corte e scottature. La giornata era splendida e anche il posto. La neve era pienamente primaverile, ma ancora con una sua compattezza e ci permetteva di salire senza particolari difficoltà tecniche fino al suo esaurimento, a circa 100 metri dal crinale.
Al termine della neve, abbiamo caricato in spalla gli sci e risalito a piedi il prato.
Giunti al crinale, ci è apparsa un’ampia spianata bianca. Il vento ha accumulato la neve in grande quantità sul lato opposto della montagna.
Abbiamo tolto le pelli e ci siamo preparati per la discesa. Oltre la striscia pianeggiante ci è apparsa la Clessidra (o Canale a X) il cui imbocco si presentava particolarmente ripido proprio per l’accumulo di neve di cui sopra.
Scendere la Clessidra è stato come entrare in una grande conca, una specie di circo bianco. Ci siamo goduti una neve perfetta: morbida, trasformata, leggermente appesantita, sempre uniforme nella resa.
La neve non si interrompeva nel tratto stretto della Clessidra anche se apparivano alcuni sassi. Siamo potuti scendere molto più in basso, fino al bosco.
Ed è qui che ho raccolto complimenti sperticati sulla mia sciata da maestra di sci (???). Sarà vero? Sono lusingata, ma purtroppo questo non è riuscito a darmi la carica sperata per risalire con grinta.
Che faticata! Poco fiato, poche gambe. La neve, cedevole, richiedeva molta attenzione. Ad ogni passo è stato necessario battere lo sci sulla neve, per non rischiare di scivolare (non abbiamo messo i rampant che potevano essere utili in questi casi).
Comunque niente panico. Piano piano si arriva. Nella parte alta della risalita, sono spuntate dalla neve anche due marmotte, che ci hanno distratto per un momento dalla fatica.
Arrivati sul crinale ci siamo stesi su una striscia di erba tiepida, a mangiare, riposare e bere un bel po’ di acqua, che con quelle temperature è indispensabile.
Dopo il meritato riposo, abbiamo rimesso ai piedi gli sci e raggiunto la vetta del Prado. Pochi passi. Lì il vento si è fatto sentire e abbiamo dovuto per forza mettere l’antivento.
Ci siamo fermati ad ammirare dall’alto, in un paesaggio zebrato, il laghetto e il rifugio Bargetana che abbiamo deciso all’unanimità di non raggiungere. Avevamo fatto abbastanza.
Dopo aver spellato, siamo scesi dalla vetta, sci ai piedi. Poi abbiamo attraversato, a passo, i 100 metri di prato fino alla prima lingua di neve da cui eravamo saliti, e abbiamo imboccato il Canal Secco, dove ci ha accolto una neve piacevolmente simile a quella della Clessidra.
Alla fine, soddisfatti della discesa, ci siamo caricati in spalla gli sci e abbiamo percorso a ritroso il bosco fino alle macchine.
Lì ci siamo salutati: Mirco è tornato verso Metello, io e Massimiliano abbiamo deciso di deviare, poco dopo il guado, sulla sinistra, verso Casini di Corte. La deviazione ha comportato altri due guadi, superati senza difficoltà. Anche questa strada è sterrata, ma più corta, più larga e meno sconnessa.
Concludendo, è stata una giornata di sole, neve, fatica, soddisfazione.
Ringrazio di cuore Mirco che è stato un ottimo compagno di gita e mi ha aspettata pazientemente andando del mio passo (Massimiliano è precettato per questo, ma lui no).
Quest’anno la stagione della neve sembra non finire mai... Chissà che non c’incastri un’altra uscita!

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Pubblicato il 27/05/2021